martedì 2 giugno 2009

Risposte

Ho dovuto pensare parecchio a cosa rispondervi.
La lettera di Tania mi ha fatto in un certo senso piacere, ma è ovvio che ciò che chiede non si potrà mai fare. Senza dubbio ha già ricevuto la visita della polizia a casa, a meno che non sia stata tanto brava da non lasciar tracce.
I commenti lasciati da quello sconosciuto, invece, all'inizio mi hanno generato rabbia. Non so perchè, del resto so bene cosa la gente pensa di quelli come me, eppure la rabbia è ciò che ho provato all'inizio. Poi mi sono calmato e sono diventato indifferente a ciò.
Ebbene, preparatevi, voi che mi amate e voi che mi odiate, perchè sto per raccontarvi come tutto ebbe inizio.
Vi ho già raccontato di quella volta in cui sentii per la prima volta il desiderio di provare la carne umana e di come rimasi affascinato da quella goccia di sangue caduta sul piano della mia cucina.
Dopo quel giorno rimasi a pensare alla faccenda per circa due settimane. Del resto, sono umano anche io e la cosa mi faceva paura.
Dopo questo periodo, una sera in cui ero strafatto di rum, mi sedetti davanti il computer e misi un annuncio su internet. Il web è vasto e per la polizia è difficile trovare annunci del genere, ma chi lo cerca lo trova e se questi ha un po' di esperienza col computer può decodificarlo e comprenderlo e rispondere.
E così accadde. Un giovane studente d'informatica mi rispose. Disse che anche lui era curioso di provare la carne umana e che vivere o morire non gli faceva alcuna differenza. Ci mettemmo d'accordo per incontrarci tre settimane dopo e lo facemmo a casa mia.
All'inizio ci fu un po' d'imbarazzo, come del resto penso provano tutti coloro che vanno ad un appuntamento al buio per la prima volta. Alla fine fu lui a prendere l'iniziativa: prese la siringa con la morfina e se la iniettò, poi insistette finchè non gli tagliai la gamba con una mannaia. Lui era seduto e quasi non sentiva dolore grazie alla morfina, ma io ebbi notevoli difficoltà a compiere un simile gesto. Ricordo ancora le lacrime che uscirono dai miei occhi ed il rimorso, il desiderio di non averlo fatto. Ma non si poteva certo tornare indietro.
Tagliai la gamba in pezzi più piccoli e ne feci delle bistecche. Quando ci sedemmo per mangiare, al primo boccone provai nausea, ma lui sembrava soddisfatto. Ignoro se la sua tranuillità era dovuta alla forza d'animo o alla droga, ma riuscì a trasmetterla anche a me e dopo i primi bocconi che riuscivo a malapena ad ingoiare e non rigettare, cominciai a provare giusto per ciò. Lui morì qualche ora dopo e dovetti sventrare il suo cadavere e farlo a pezzetti per poterlo conservare. In realtà di nuovo, questo mi causo un po' di nausea, ma riuscii a scacciarla.
Mi cibai di lui per circa due mesi. Il suo corpo l'ho sepolto in un bosco e adesso "dal suo corpo in putrefazione nascono dei fiori e lui è con loro. Questa è l'eternità!"

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