martedì 30 giugno 2009

Gli oggetti

Mi fanno incazzare, è questa la verità!
Loro stanno lì, fermi immobili. Non gliene fotte un cazzo di quello che gli succede intorno!
Tu li guardi. Sicuramente sei ansioso o nervoso o triste e loro stanno lì immobili. Se potessero sorriderebbero. Viene voglia di prenderli tutti, scagliarli contro i muri e fracassarli. Raccogliere ogni singolo oggetto di vetro e osservarlo finire in frantumi e poi calpestare ogni scheggia. Non dovrebbe rimanerne nulla!
In verità.... questa è invidia.
Loro non possono essere tristi o addolorati o nervosi. Sono oggetti!
Si, forse la loro vita potrebbe essere un po' noiosa... Ma del resto credo lo sia anche quella di molti animali, eppure chi di noi non ha mai invidiato i gatti per come trascorrono la loro vita?
E allora lasciatemi invidiare gli oggetti!
Essere lì, eterni, immutabili, incuranti di ciò che accade intorno.... Sì, però sarebbe noioso, forse.
Ma a tutto c'è una soluzione: potendo scegliere che oggetto essere, sceglierei senza dubbio una stilografica, la stilografica di uno scrittore. Vedrei ogni giorno l'arte prodotta da chi mi tiene in pugno e contribuirei io stessa a quest'arte!
Anzi no. Un'armonica!
Sì, un'armonica a bocca suonata da una bella ragazza. Sapete, una di quelle ragazze che si vedono nei film nelle campagne americane. Una bella bionda, poco meno di 30 anni, bel corpo, faccia non troppo delicata. Così bella da attirare gli sguardi di tutti, così fiera da rifiutare tutti. Io invece, io potrei ogni giorno toccare le sue labbra, anzi, sarebbe lei a desiderarlo! Baciarla e produrre musica allo stesso tempo! E le coccole che mi farebbe dopo ogni suonata, lucidandomi e pulendomi...
Oh, che vita!

venerdì 26 giugno 2009

Morte

"Prima o poi tutti dobbiamo morire, per cui aver paura morire è stupido. Inoltre, dolersi per la sorte d'altri è anch'esso stupido: se costoro stanno male o son morti non possiamo far nulla per cambiare la loro condizione; se di loro non abbiamo notizie, non ha senso preoccuparsi perchè o si ricade nel caso precedente o stanno bene."
Sapete chi ha detto quelle frasi? Io. Le dico io ogni fottuta volta che sto per uccidere qualcuno. Le dico ogni volta che ho quel breve istante di esitazione prima di commettere l'irreparabile. Per un attimo penso alle famiglie e agli amici della mia vittima.
Io non so perchè uccido. Sì, lo ammetto: forse sono malato. O forse no... del resto voi sapete forse perchè vivete, mangiate, dormite, respirate?
Beh, io non so perchè uccido, non so perchè mangio la carne umana, ma so che è buona. Tuttavia prima di uccidere ogni vittima penso sempre al dolore che potrei provocare a chi conosce il prossimo spuntino.
Poi li mando al diavolo. "Se sono così stupidi da provare dolore, che lo provino pure e poi vadano al diavolo!".
A volte diciamo delle cose tanto per dire, in situazioni troppo distanti dal vivere il problema.
Ma quando poi accade vicino noi.
Quando perdiamo un amico, un familiare, un conoscente... quando muore un mito... allora non crediamo che il mondo possa andare ancora avanti. Noi viviamo il nostro dolore e le nostre tristezze e assurdamente fuori va tutto come sempre. I ragazzi vanno a scuola, gli adulti a lavoro, le coppie scopano, qualcuno se la fa con una puttana, tutto va avanti...
Così anche oggi...
Mi sono alzato presto stamane. Il computer era accesso. Mi sono avvicinato, ho aperto la homepage (ciò che dovevo fare nn sono cazzi vostri) e ho scoperto della morte di Michael.
Cazzo!
Ci sono rimasto. Volevate sapere come si sente un serial killer di fronte la morte? Forse adesso state cominciando a capirlo. Non che fossi un suo fan sfegatato, ma ha fatto davvero opere grandiose e non me ne fotte un cazzo delle sue accuse. Sono "pubblicizzate" dagli stessi stronzi che non si fanno scrupoli a fotografare un morente intubato all'ospedale o a filmare la salma condotta all'elicottero. Fottetevi!
Ascolto le sue canzoni da tutto il giorno e ho passato la mattina a sentire un vuoto dentro...
Ecco cosa è la morte. Non credo sia negativa per chi la vive.
Ma la morte è una brutta cosa... per chi resta vivo.

martedì 16 giugno 2009

Dolore

Lasciate che vi dica una cosa.
A noi piace il dolore. Sì, a noi piace soffrire, anzi no, no, no. Noi GODIAMO nel soffrire. Sì, perchè soffrire ci rende forti, ci rende speciali, ci rende eroi!
Un uomo che non soffre è come se non ha mai vissuto, mentre gli altri mostrano con orgoglio le proprie cicatrici e si sfidano per vedere chi ne ha di più.
Molti di voi penseranno che questi pensieri provengano dalla mia mente malata, dalla mente di uno psicopatico omicida.
Lo ammetto. Spesso mi rigiro nel letto cercando di addormentarmi, ma il sonno non viene e la mia mente vaga lontano. Pensa a qualche bella ragazza che mi farei, pensa ad amici lontani o morti, pensa a quanto è triste il mondo, pensa al fatto che sia un bene fare a pezzi le proprie vittime, altrimenti avrei gli incubi e vedrei sempre qualcuno nascosto tra le ombre della stanza. E poi... pensa al dolore.
Sì, io sono certamente malato secondo i vostri canoni, ma non credo che i miei pensieri a riguardo siano una prerogativa di menti "malate" o anormali.
Un auto ci investe e scappa via. Doppia frattura alla tibia, un mese col gesso in cui potremo lamentarci di quel bastardo.
Una malattia lunga e dolorosa e potremo dire a tutti che nessuno può capire quanto soffriamo oppure ci lamenteremo di altri, esclamando "Anch'io soffro, ma non lo dò a vedere!" (quanta ipocrisia in questa frase)!
Siamo in giro con gli amici quando un gruppo ci blocca. Magari sono ubriachi, ma sono tanti e grossi. E noi soffriamo, soffriamo dalle nostre ferite sanguinanti e ci rialziamo sempre. Incassiamo ogni colpo con orgoglio e poi ci rimettiamo in piedi. Magari poi muoriamo. Ma siamo eroi!
Ma ciò che trovo ancor più buffo di tutto ciò, amici miei, è che tutto ciò non accade mai. Va sempre a finire che ci lamentiamo e vantiamo di dolori davvero deboli e molti scappano quando capita una occasione per provare vero dolore.
Eppure la nostra mente immagina tutto ciò. O almeno la mia.
Sono forse malato?

"Non sai che ognuno di noi ha la pretesa di soffrire molto più degli altri?" (H. De Balzac)

giovedì 4 giugno 2009

Storia

Stavo per mettere un altro annuncio su internet, quando scoprii che un mio "collega" tedesco era stato arrestato proprio per questo.
Mi spaventai e decisi di non riprovare. Tuttavia, qualche settimana dopo il desiderio di altra carne divenne irresistibile e decisi di prendere la macchina e fare un giro. Mi spostai per ore ed ore, lasciando molte città dietro di me. Poi entrai in un centro mai visitato prima, lasciai la macchina e presi a camminare a piedi, osservando la gente intorno a me.
Per cosa viviamo? Qualcuno di voi lo sa? Qualcuno di voi è riuscito a non porsi mai una domanda a riguardo in tutta la sua vita?
Una ragazza cerco di rimorchiarmi e fu allora che lo feci. La portai in macchina, lo facemmo lì e poi riuscii a convincerla a prendere una pillola dicendo che era droga, ma in realtà le rifilai un sonnifero che avevo per puro caso in macchina.
Fu così che tutto successe.
Devo dire che anche quella volta ucciderla e farla a pezzi mi provocò un certo disgusto all'inizio, ma ormai ho ucciso troppe vittime per provarne ancora così tanto.
Se volete sapere cosa provo quando uccido... Beh, solo un filo d'incertezza subito prima di commettere l'irreparabile e poi più nulla quando è commesso. Come voi tutti dietro le vostre scrivanie. Provate forse emozioni?

martedì 2 giugno 2009

Risposte

Ho dovuto pensare parecchio a cosa rispondervi.
La lettera di Tania mi ha fatto in un certo senso piacere, ma è ovvio che ciò che chiede non si potrà mai fare. Senza dubbio ha già ricevuto la visita della polizia a casa, a meno che non sia stata tanto brava da non lasciar tracce.
I commenti lasciati da quello sconosciuto, invece, all'inizio mi hanno generato rabbia. Non so perchè, del resto so bene cosa la gente pensa di quelli come me, eppure la rabbia è ciò che ho provato all'inizio. Poi mi sono calmato e sono diventato indifferente a ciò.
Ebbene, preparatevi, voi che mi amate e voi che mi odiate, perchè sto per raccontarvi come tutto ebbe inizio.
Vi ho già raccontato di quella volta in cui sentii per la prima volta il desiderio di provare la carne umana e di come rimasi affascinato da quella goccia di sangue caduta sul piano della mia cucina.
Dopo quel giorno rimasi a pensare alla faccenda per circa due settimane. Del resto, sono umano anche io e la cosa mi faceva paura.
Dopo questo periodo, una sera in cui ero strafatto di rum, mi sedetti davanti il computer e misi un annuncio su internet. Il web è vasto e per la polizia è difficile trovare annunci del genere, ma chi lo cerca lo trova e se questi ha un po' di esperienza col computer può decodificarlo e comprenderlo e rispondere.
E così accadde. Un giovane studente d'informatica mi rispose. Disse che anche lui era curioso di provare la carne umana e che vivere o morire non gli faceva alcuna differenza. Ci mettemmo d'accordo per incontrarci tre settimane dopo e lo facemmo a casa mia.
All'inizio ci fu un po' d'imbarazzo, come del resto penso provano tutti coloro che vanno ad un appuntamento al buio per la prima volta. Alla fine fu lui a prendere l'iniziativa: prese la siringa con la morfina e se la iniettò, poi insistette finchè non gli tagliai la gamba con una mannaia. Lui era seduto e quasi non sentiva dolore grazie alla morfina, ma io ebbi notevoli difficoltà a compiere un simile gesto. Ricordo ancora le lacrime che uscirono dai miei occhi ed il rimorso, il desiderio di non averlo fatto. Ma non si poteva certo tornare indietro.
Tagliai la gamba in pezzi più piccoli e ne feci delle bistecche. Quando ci sedemmo per mangiare, al primo boccone provai nausea, ma lui sembrava soddisfatto. Ignoro se la sua tranuillità era dovuta alla forza d'animo o alla droga, ma riuscì a trasmetterla anche a me e dopo i primi bocconi che riuscivo a malapena ad ingoiare e non rigettare, cominciai a provare giusto per ciò. Lui morì qualche ora dopo e dovetti sventrare il suo cadavere e farlo a pezzetti per poterlo conservare. In realtà di nuovo, questo mi causo un po' di nausea, ma riuscii a scacciarla.
Mi cibai di lui per circa due mesi. Il suo corpo l'ho sepolto in un bosco e adesso "dal suo corpo in putrefazione nascono dei fiori e lui è con loro. Questa è l'eternità!"